Laboratorio Teatrale

DAL BANCO AL PALCOSCENICO

Il laboratorio teatrale di Alessandro Di Marco

Anno Scolastico 2019/2020

 

Da ormai molti anni svolgo parallelamente due attività: quella di insegnante di Lettere, Latino e Greco nei Licei e quella di attore, regista, drammaturgo, tutor per attori, insegnante di dizione.

Poter unire le mie due passioni, quindi, mi sembra un’opportunità meravigliosa.

Nel corso degli anni ho cercato di lavorare per sviluppare gli strumenti necessari per entrare in contatto con i ragazzi, mescolando gli spunti che le mie due professioni mi offrono di continuo.

L’arte teatrale, inoltre, rappresenta un utile mezzo per lo sviluppo psicofisico di ogni essere umano, soprattutto in una fase, spesso difficile, come quella dell’adolescenza. Grazie al teatro, ogni persona impara a relazionarsi con se stessa e con gli altri, mettendo in campo energie nuove e arrivando alla conoscenza e alla consapevolezza di sé. Il mestiere dell’attore non è mai individuale: nella fase di studio, di preparazione di uno spettacolo e, soprattutto, in scena, l’attore è parte integrante di un coro, che funziona soltanto grazie all’ascolto reciproco e alla collaborazione di ognuno. Far parte di un gruppo teatrale, quindi, permette agli adolescenti di scoprire il valore del lavoro di squadra e l’ascolto degli altri attraverso l’ascolto di sé.

Grazie al “gioco” del teatro gli adolescenti saranno portati a superare i ruoli precostituiti di cui, troppo, spesso, hanno bisogno per sentirsi parte integrante di un gruppo.

Il metodo sul quale mi sono formato è lo Stanislavskij – Strasberg, un approccio all’acting che punta a ricreare la verità in scena, evitando un tipo di recitazione declamatorio e artificiale. Ogni allievo attore, quindi, si avvicina alla scena avendo a disposizione due strumenti: il suo corpo e il suo vissuto. Il teatro che vorrei insegnare ai ragazzi è proprio questo: un teatro fatto di verità, divertimento e gioco. Soltanto così, a mio parere, sarà possibile svegliare l’artista che spesso sonnecchia in ogni allievo seduto dietro il suo banco di scuola.

Negli ultimi dieci anni ho tenuto corsi di teatro, come si può evincere dal precedente curriculum, presso il Liceo scientifico “Plinio Seniore”, presso l’Istituto comprensivo “San Leone Magno”, nella sede dell’Associazione culturale Bluestocking, di cui sono socio fondatore, e presso il Liceo “Orazio”.

Si tratta ogni volta di esperienze molto importanti, belle e arricchenti. I ragazzi rispondono in maniera estremamente positiva alle sollecitazioni che vengono proposte e vivono, in modo serio e professionale, il momento della messa in scena. Nel caso in cui voleste, mi piacerebbe potervi fornire materiale fotografico e video degli spettacoli che sono stati messi in scena dai diversi gruppi.

Ho cercato di alternare lo studio dei testi classici a quello della drammaturgia contemporanea e delle sceneggiature di film che, spesso, i ragazzi sentono più vicini alla loro vita. Gli spettacoli finali, spesso, sono nati dalle improvvisazioni degli allievi con i quali abbiamo concordato i temi su cui lavorare. Seguendo le stimolazioni dei ragazzi, ovviamente, l’attenzione si è spesso concentrata su temi e argomenti che loro sentono vicini alle loro vite. Sono venuti fuori spettacoli molto emozionanti, vivi, incentrati sul rapporto coi genitori, sull’amore, sull’esclusione e il bullismo. Nel 2016, ad esempio, ho scelto di lavorare con gli allievi del Liceo “Plinio Seniore” su un problema, purtroppo, estremamente presente tra le nuove generazioni: il bullismo. I ragazzi, con coraggio e talento, si sono lanciati in un percorso difficile ma arricchente, raccontando le loro storie, gli episodi più o meno lontani nel tempo, contribuendo alla nascita di “In mille pezzi”. Lo spettacolo, che ho scritto pensando a ciascuno dei 26 allievi, ha partecipato al “Festival del laboratorio teatrale” piazzandosi al terzo posto e ricevendo numerose nominations (miglior attrice, miglior attore non protagonista, miglior regia).

 

  • ARTICOLAZIONE DEL LABORATORIO.

È previsto un incontro settimanale, da ottobre a maggio, della durata di tre ore circa, di giovedì. Sarebbe fondamentale che le lezioni si svolgessero in un ambiente grande e spazioso, come la palestra della scuola. Le singole lezioni saranno articolate, grosso modo, nel modo seguente:

 

  • Training fisico: il rilassamento fisico è parte fondamentale della preparazione di ogni attore. Contrariamente alla nostra comune idea di rilassamento, gli attori devono svegliare il loro corpo, rompendo la postura quotidiana, esplorandone le potenzialità, usandolo come lo strumento principale della loro espressività. Sciogliere una tensione fisica vuol dire, molto spesso, scioglierne una interiore: un corpo sveglio e rilassato, sarà pronto per lasciare spazio ai diversi personaggi che ogni allievo si appresta ad esplorare.  Saranno effettuati esercizi sia individuali che in coppia e in gruppo usando, spesso, il ritmo della musica. Gli esercizi di contact con i partner, inoltre, faciliteranno la confidenza e l’unione con gli altri allievi, al fine di poter creare un gruppo coeso, pronto al lavoro di squadra.
  • Palcoscenico: prima di avvicinarsi allo studio del testo, ogni allievo deve affrontare una serie di esercizi propedeutici al palco. Si tratta, in buona sostanza, di improvvisazioni su situazioni e personaggi vicini alla vita degli allievi. La pratica dell’improvvisazione faciliterà la naturalezza e la confidenza con la scena e con i partner. Una volta ottenuti gli strumenti di base, prima di finalizzare il lavoro alla messa in scena dello spettacolo finale, gli allievi si eserciteranno su scene tratte da testi teatrali e film, classici e contemporanei.
  • Dizione: alcune lezioni saranno incentrate sul lavoro sulla corretta dizione italiana, con lo scopo di correggere eventuali difetti di pronuncia e inflessioni dialettali. Il lavoro sulla dizione, troppo spesso considerato unicamente un virtuosismo tecnico, è invece parte integrante del lavoro dell’attore: il recupero della corretta pronuncia italiana è infatti uno strumento fondamentale per la libertà creativa di ogni artista.
  • Analisi del testo: muovendomi da anni nei due ambiti, quello delle arti sceniche e quello dell’insegnamento delle materie letterarie, cercherò di proporre una lettura integrata del testo, che tenga conto, al tempo stesso, della sua contestualizzazione storico – letteraria, del suo potenziale attivo e delle infinite possibilità di realizzazione scenica che esso offre.

 

  • SPETTACOLO FINALE.

 

La messa in scena di uno spettacolo di fine corso è importantissima, perché rappresenta il coronamento dell’esperienza, l’offerta, da parte degli allievi al pubblico, dei frutti del lavoro svolto durante il laboratorio. Compatibilmente con gli impegni scolastici dei partecipanti e con le esigenze del Consiglio d’Istituto, lo spettacolo potrebbe essere messo in scena nella seconda metà del mese di maggio. È difficile dire in partenza su cosa lavorare per la messa in scena finale di un laboratorio teatrale: mi piacerebbe trovare un terreno comune con gli allievi, far nascere lo spettacolo dalle loro esigenze e dai temi che sentono vicini alle loro vite. Sarebbe bello, inoltre, che il prodotto finale non fosse soltanto uno spettacolo di prosa ma lasciasse spazio anche a parti coreografate e musicali, per le quali mi piacerebbe potermi avvalere di professionisti del settore (danzatori, coreografi). Lascio naturalmente al Consiglio d’Istituto la decisione sul teatro o sullo spazio in cui mettere in scena lo spettacolo.

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